Il capodanno fiorentino: 25 marzo

La città di Firenze, da sempre molto devota alla figura della Vergine Maria, ha festeggiato fino al 1750 il capodanno il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele, che corrispondeva al nono mese antecedente la nascita di Gesù, per indicare quindi l’incarnazione della divinità fattasi uomo. Questa ricorrenza iniziò durante il Medioevo e rimase in auge anche quando nel 1582 entrò in vigore il calendario gregoriano che fissava l’inizio dell’anno al 1 gennaio. Fu il Granduca Francesco III di Lorena (Francesco I della famiglia degli Asburgo) ad imporre la data del 1 gennaio. La data del 25 marzo è stata inserita a partire dal 2000 nelle celebrazioni ufficiali comunali e, anche quest’anno ci sarà un corteo storico che partirà dal Palagio di parte guelfa alle ore 15 e, snodandosi per le vie cittadine, arriverà nella chiesa della SS. Annunziata, dove, alle ore 16 si svolgerà una celebrazione nella cappella della effige dell’Annunziata, cappella che un tempo accoglieva le genti del contado che si recavano ad omaggiare il volto della Vergine Maria. Curiosità: il miracolo della dipintura del volto della Vergine. La leggenda racconta che il frate Bartolomeo, al quale era stato commissionato l’affresco dell’Annunciazione, non riuscisse a rappresentare il volto della Vergine, che per tradizione si vuole bellissimo. Preso dallo sconforto si addormentò e al suo risveglio il volto era lì, davanti ai suoi occhi, bellissimo, e si narra fosse stato dipinto dagli angeli. Questo affresco è stato da subito così omaggiato dalla cittadinanza che nel 1447 i frati Servi di Maria, con l’aiuto di Piero di Cosimo dei Medici, decisero di innalzare l’attuale tempietto per contenerlo. Il disegno fu fatto da Michelozzo e l’ esecuzione fu di Pagno di Lapo Portigiani. L’edicola è composta da quattro colonne corinzie di marmo di Carrara che sorreggono la trabeazione riccamente decorata, mentre nel fregio sono scolpiti festoni, nastri e simbolici medaglioni. Il soffitto della cappella, in marmo, con dorature e smalti pregiati proviene probabilmente dalla bottega di Luca della Robbia. Chiude l’edicola un reticolato di bronzo, opera di Maso di Bartolomeo (1447), e sopra il tempietto s’innalza una specie di cuspide barocca, intagliata in legno su disegno del Volterrano (1674). Curiosità: nella loggia dei Lanzi, nella parete destra, si trova una targa a ricordo del decreto emanato da Francesco III nel 1749 che imponeva l’inizio del capodanno il 1 gennaio.